C'è chi parla di social network e chi il social network lo fa. Tra questi i 1200 insegnanti che vogliono contribuire a ricostruire il ruolo sociale, professionale e culturale dell'insegnante italiano notevolmente deteriorato in questi ultimi anni. E lo fanno utilizzando al meglio tutte le opportunità che la tecnologia oggi offre: internet e le piattaforme di interazione e collaborazione. Abbandonando i consueti metodi di interazione, di comunicazione, di condivisione e socializzazione ed abbracciando con decisione ed entusiasmo le nuove tecnologie di rete un folto gruppo di insegnanti italiani stanno lavorando per migliorare la scuola migliorando il loro stesso lavoro. In circa un anno il gruppo ha assunto dimensioni considerevoli con il solo passaparola e la qualità dell'attività svolta: condivisione di pratiche, discussioni, gruppi tematici, progetti collaborativi. La parola d'ordine è far conoscere e valorizzare la scuola che funziona, quella scuola che tra mille difficoltà e inefficienze esiste. E' quella scuola fatta da migliaia di bravi insegnanti che si sono presi sulle proprie spalle la responsabilità di assicurare un'educazione di qualità ai giovani d'oggi e cittadini di domani. I valori che li animano, i criteri di qualità, la loro identità sono diventati oggetto del ""manifesto degli insegnanti"", il ""prodotto"" di 3 mesi di lavoro del network, più di 1000 contributi , un poderoso lavoro di sintesi con l'obiettivo di fornire alla classe insegnante un modello di scuola e di docente adeguato alle sfide dei tempi, un modello impegnativo da perseguire, tante sfide da cogliere abbandonando le certezze del passato. Per non far morire la scuola e per non morire anche come insegnanti. Un ""manifesto"" che tocca anche il ruolo dell'insegnante stesso: la passione per il proprio lavoro, la tensione e l'impegno per il costante miglioramento, il volere fondare il proprio ruolo sull'autorevolezza e non sull'autorità.
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