venerdì 10 maggio 2013

cMOOC...un'esperienza da realizzare

Anche se con ritardo mi accingo a seguire il cMOOC offerto dalla IUL ( Italian University Line), curato  da Andres Formigoni.




E' la prima volta che sento parlare di cMOOC ed il termine è per me completamente nuovo. Che cos'è realmente un MOOC? I MOOC (massive open online course) sono dei corsi online aperti pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. I partecipanti ai corsi provengono da varie aree geografiche e accedono ai contenuti unicamente via web. Già prima del 2008 esistevano corsi erogati via web su larga scala ma avevano un nome diverso, come dimostra il corso " Introdution to open education" a cui ha partecipato lo stesso Andres Formigoni ed Antonio Fini. Il termine MOOC venne coniato durante il corso "Connectivism and Connective Knowledge", tenuto nell’autunno del 2008 da George Siemens e Stephen Downes, offerto dall' University of Manitoba. Sembra che il termine MOOC sia emerso durante una conversazione tra George Siemens e Dave Cormier. Oggi i MOOC sono diffusi su scala mondiale e gestiti da grandi aziende ai quali si iscrivono migliaia di studenti provenienti da aree geografiche molto diverse. Occorre fare una distinzione tra i primi MOOC e quelli più recenti. Nei primi MOOC si dava più importanza alle relazioni tra i partecipanti, poichè si partiva dall'assunto che l'apprendimento era un prodotto del confronto e della condivisione dei vari membri della comunità. Attualmente si tende ad utilizzare la tecnologia per diffondere alla massa un modello universitario di formazione. I corsisti reperiscono il materiale online ed svolgono i test online. Proprio per distinguerli dai modelli iniziali di MOOC vengono chiamati xMOOC o cMOOC. Mentre un xMOOC si riferisce maggiormente al modello industriale di formazione i cMOOC trovano la loro ispirazione nel modello connettivista dell'apprendimento e dà più enfasi alle relazioni tra pari.

Non sono nuova ai corsi online ma nell'intraprendere questo percorso non posso non apprezzare i vantaggi del progresso tecnologico nel rompere gli schemi precostituiti dell'apprendimento, del sapere elitario a favore di una educazione e di una formazione su larga scala. Oggi grazie ad un utilizzo consapevole dei mezzi tecnologici basta avere un pò di buona volontà per poter accedere a fonti di istruzione e di acculturazione che fino a poco tempo fa vincoli di carattere geografico o temporale rendevano inaccessibili.
In questo momento mi viene in mente l'immagine di molte aule universitarie superaffollate, con studenti seduti per terra o sui davanzali delle finestre; aule in cui la voce dell'insegnante viene appena percepita da chi sfortunatamente si trova ad assumere una posizione scomoda, in ultima fila o non riesce nemmeno ad entrare nell'aula. Quale tipo di interazione e di comunicazione vi può essere tra docente - discente in queste condizioni?
Una comunità di apprendimento virtuale rende molto più agevole la comunicazione e lo scambio  tra discenti tra questi e l'insegnante. In qualsiasi momento è possibile comunicare le proprie idee e condividere i risultati dell'apprendimento scrivendo un post, un commento, intervenendo ad una discussione in un forum o leggere quello che hanno scritto gli altri. A differenza delle parole lo scritto rimane ed è sempre possibile ritornarci per un approfondimento o per un ulteriore riflessione.

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