Copyrigh e Creative Common sono amici poiché entrambi si
pongono uno stesso obiettivo: proteggere la libera creatività. Io
penso che sia questa una questione che riguardi tutti i cittadini
digitali, indipendentemente dal proprio ambito e settore di appartenenza. Questo perchè la
produzione della cultura con internet è distribuita per tutti gli utenti e non
è più monopolio di pochi Tutti noi siamo dei “ prosumer”, ossia contemporaneamente dei produttori e
consumatori di contenuti . A differenza
di qualche decennio fa quando le grandi industrie distribuivano le proprie
opere regolamentandone legalmente e tecnicamente l’uso, nel mondo digitale di oggi
tutti abbiamo la possibilità di interagire direttamente con il prodotto
reperendo contenuti preesistenti, creandone di nuovi, remixandoli e
condividendoli con il mondo intero. E’ giusto che come in qualsiasi ambito ci
siano delle regole che ne disciplino le modalità di uso e di creazione. D’altro canto non bisogna dimenticare la vasta schiera di coloro che non si sono fatti scrupolo ad approfittare della libertà d'espressione in Internet per
legittimare profitti milionari senza valorizzare in alcun modo il lavoro dei
creativi.
Essere l’autore di un libro, di una canzone significa averne
il controllo. Ma per quanto tempo dura questo controllo? E su cosa interviene? Che
cosa garantisce rispetto all’ opera la legge attuale sui diritti d’autore?
Da questo punto di vista il Copyright pone dei vincoli molto
restrittivi e limitativi che variano da paese a paese.
Nell’ ordinamento italiano dobbiamo distinguere
due settori: diritti morali, che sono
eterni ed indisponibili ed i diritti di utilizzazione economica che hanno una durata fino a 70 anni dopo la
morte e sono cedibili. Tranne alcune eccezioni e limitazioni al diritto
d’autore il controllo che viene riconosciuto dalla legge sul diritto d’autore è
pressoché totale. Esso dà il potere di decidere come copiare,
distribuire o riprodurre le proprie opere. Non è un diritto perpetuo, dopo 70 anni
dalla morte l’opera diventa di pubblico dominio ossia chiunque può riprodurla
senza dover chiedere alcun permesso.
Varie sono anche le sanzioni in caso di infrazione.
In Francia si è deciso di punire la violazione con una
sospensione dalla rete da 3 a 12 mesi. In Italia per
ogni file scaricato e condiviso si rischia una multa dai 100 ai 1000 euro ed in casi particolari anche il carcere.
Tuttavia oggi la vecchia concezione del Copyright sta diventando priva di significato.
Se produttore e consumatore si identificano perché uno dovrebbe continuare a comprare o usare un prodotto finito ed immodificabile che fa qualcun altro?
Nel villaggio digitale si opera secondo la logica del baratto, ossia si collabora, si coopera, si mettono in comune risorse, se ne producono continuamente di nuove remixando quelle preesistenti , si mettono a disposizione le proprie opere secondo la logica del Copyleft di cui le licenze Creative Common ne sono un esempio.
Se produttore e consumatore si identificano perché uno dovrebbe continuare a comprare o usare un prodotto finito ed immodificabile che fa qualcun altro?
Nel villaggio digitale si opera secondo la logica del baratto, ossia si collabora, si coopera, si mettono in comune risorse, se ne producono continuamente di nuove remixando quelle preesistenti , si mettono a disposizione le proprie opere secondo la logica del Copyleft di cui le licenze Creative Common ne sono un esempio.
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